Domenica 3 giugno, ore 19:00 – Cagliari, Teatro La Vetreria
Scuola d’Arti Sceniche La Vetreria
presenta
Otello PostFazio
ovvero
la tragedia della bianca di Venezia… e anche del moro
Esito scenico del laboratorio teatrale Il Mestiere dell’Attore diretto da Alessandro Lay dedicato a William Shakespeare
con: Giada Angioni, Giovanni Corda, Paolo Fenocchio, Doriano Ferrari, William Lenti, Ignazio Marcis, Rita Martinelli, Marisa Medda, Manuela Meloni, Patrizia Mura, Vito Pace, Barbara Piras, Giuseppe Piselli, Pierandrea Raccis, Daniela Scotto, Nora Stassi
disegno luci, luci, allestimento: Giovanni Schirru
elaborazione suono, suono: Matteo Sanna
costumi: Mario Madeddu, Marilena Pittiu, del collettivo
contributi ai testi: Paolo Fenocchio, Rita Martinelli, Daniela Scotto
collaborazione alla drammaturgia: Rossella Dassu
un ringraziamento particolare a Lara Farci
Dopo 4 anni dedicati a indagare l’uomo, l’artista e l’intellettuale Pierpaolo Pasolini, il laboratorio Il mestiere dell’attore ha cambiato fulcro, ma gli intenti e gli obbiettivi sono rimasti gli stessi. Da due anni ‘stella polare’ e ‘spirito guida’ del percorso è William Shakespeare, il bardo per eccellenza. È difficile trovare un altro nome che come il suo sia sinonimo di Teatro.
Abbiamo scelto di lavorare su OTELLO per le tante assonanze con il contemporaneo che, purtroppo, un testo scritto alla fine del 1500 ancora ha. Il rapporto con il diverso: il moro che sposa la donna bianca, che arriva ai vertici del potere militare della repubblica di Venezia, ma deve comunque giustificare la sua relazione con Desdemona davanti al padre di lei, al doge e al potere politico; l’invidia e la bassezza a cui può arrivare l’essere umano, in fondo per inutili motivi; Iago che spinge Otello alla rovina, pianificando addirittura l’assassinio di Cassio e di Desdemona… alla fin fine poi per che cosa?; il femminicidio e il volgersi del dramma tutto al maschile laddove la vittima, obbiettivamente e drammaturgicamente, è palesemente una donna.
Insomma, come è regola in teatro, per essere fedeli a un autore bisogna tradirlo, e nel tentativo di portare in scena la forza di Shakespeare di parlare non tanto “DEL” ma “AL” presente, abbiamo dovuto riportare a noi la vicenda, al nostro mondo, al nostro tempo, anche se questi nostri tempi non sono bei tempi.