di e con Ascanio Celestini
musiche di Gianluca Casadei
Una piccola stazione terminale. I treni arrivano e tornano indietro perché i binari si interrompono. Un vecchio ferroviere parla al becchino del paese in attesa di un morto di lusso. Un emigrante che ha fatto fortuna all’estero e, ora che è morto, sta tornando al paese per farsi seppellire. Nell’attesa il ferroviere racconta le sue barzellette, quelle che ha raccolto dai viaggiatori. Gente sconosciuta che arriva e riparte senza lasciare nient’altro che le proprie storie buffe. E perché le ha raccolte? Per far ridere il capostazione. Nel tempo il vecchio ferroviere s’è innamorato delle sue storielle e non sappiamo se un giorno le racconterà davvero all’uomo per il quale sono state raccolte. O forse gliele ha già raccontate.
Forse il capostazione è lui. Forse non c’è nemmeno una stazione, il treno non arriverà mai
e il becchino è venuto per seppellire proprio il barzellettiere.
L’unica certezza è che quel vecchio non riesce a starsene zitto.
Ma provaci tu a lavorare alla stazione del treno e restare zitto con la buriana che c’è. Se
parli piano non ti sentono. Se stai zitto sei morto. Se strilli perdi la voce il primo giorno
della settimana lavorativa. È tutto un equilibrio. E poi l’hai vista la gente che ci passa?
Senti questa.