Arcipelaghi: isole differenti in uno stesso mare

“Il teatro è un’esperienza che tutti dovrebbe fare, aiuta a tirare fuori potenzialità nascoste, vincere paure, timidezze, frustrazioni e andare oltre le barriere”

Giuseppina Pani
Capo Area Educativa Casa circondariale di Uta

Il progetto, sostenuto dalla Fondazione Sardegna, è nato dal desiderio di confronto con i detenuti delle carceri della nostra isola attraverso uno spettacolo teatrale, “Arcipelaghi”, tratto dal bellissimo e terribile romanzo di Maria Giacobbe, e un convegno con registi e operatori che in questi anni hanno realizzato le più significative esperienze culturali e teatrali nelle case di reclusione italiane. Il progetto è stato rimodulato a causa della pandemia generata dal Covid 19 che, in particolare in Sardegna, ha precluso qualsiasi contatto tra detenuti e operatori socioculturali. Dal Centro culturale La Vetreria, attraverso piattaforme digitali, abbiamo realizzato diverse dirette streaming di “Arcipelaghi”, dedicate ai detenuti delle strutture penitenziarie di Uta, Isili, Is Arenas e Massama. 

In assenza della vicinanza fisica degli spettatori, condizione indispensabile per qualsiasi evento teatrale, abbiamo quantomeno cercato di evidenziare l’unicità di ogni rappresentazione: ci siamo rivolti in modo diretto agli spettatori rendendoli partecipi dell’evento a loro esclusivamente dedicato, coinvolgendoli nella presentazione dello spettacolo e, successivamente, in un confronto e dibattito sempre molto partecipato. L’impatto emozionale creato dalla messa in scena stimola una riflessione profonda sui temi della violenza, della vendetta e della pena, sulle debolezze e difficoltà che possono spingere qualsiasi essere umano a compiere azioni delittuose e sul dolore che ogni comportamento individuale può determinare sugli altri. La rappresentazione diventa occasione per soffermarsi sugli errori in cui incorrono i protagonisti della vicenda, errori che, inevitabilmente, riportano a situazioni più o meno simili vissute in prima persona da ognuno degli spettatori.

Il progetto prevede una seconda fase di confronto attraverso uno scambio attivo e creativo coi detenuti: a conclusione del dibattito, vengono invitati a “restituire” le suggestioni scaturite dallo spettacolo attraverso considerazioni scritte, poesie, disegni o quant’altro ritengano opportuno. Uno degli obiettivi principali del progetto era infatti quello di cercare di rendere “porosi” i muri delle carceri, superare l’isolamento attraverso un percorso culturale capace di stimolare la condivisione di esperienze e la valorizzazione di propri e altrui vissuti: provare a conoscere, capire e ipotizzare altri modelli di comportamento e di relazione tra gli esseri umani… 

“Arcipelaghi: isole differenti in un stesso mare” si interseca con il progetto nazionale “Per Aspera ad astra – come riconfigurare il carcere con la cultura e la bellezza”, condiviso con altre 11 compagnie italiane che operano in altrettante strutture carcerarie, sostenuto anch’esso dalla Fondazione di Sardegna, in collaborazione con Acri, l’Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio


Arcipelaghi

adattamento teatrale di Alessandro Lay e Pierpaolo Piludu
collaborazione alla drammaturgia Alessandro Mascia
con Alessandro Mascia e Pierpaolo Piludu
disegno luci, illuminotecnica Giovanni Schirru
suono Matteo Sanna
scene Mario Madeddu e Marilena Pittiu
regia Alessandro Lay
operatore video e regia video Marco Gallus
operatore video Paolo Vacca


Repliche

20 gennaio 2021 – Diretta streaming per i detenuti della casa circondariale di Uta

13 gennaio 2021 – Diretta streaming per i detenuti della Colonia Penale di Is Arenas
14 gennaio 2021 – Diretta streaming per i detenuti della Casa di Reclusione Oristano
10 Dicembre 2020 – Diretta streaming per i detenuti della Colonia Penale di Isili
18 Dicembre 2020 – Diretta streaming per i detenuti della casa circondariale di Uta


Rassegna Stampa

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