Il MELARANCIO
E venne la notte… Storie di masche, folletti e creature del mistero
Testo raccolto dalla tradizione orale
Adattamento e regia di Marco Alotto
Con Gimmi Basilotta
Scenografie di Maurizio Agostinetto
Figure ed oggetti a cura della Compagnia
E venne la notte è un vero e proprio trigomigo un insieme di storie che s’intersecano tra loro, termine occitano che significa intreccio, groviglio, cosa difficile da dipanare.
Un tempo queste storie venivano raccontate da cantastorie che giravano per i paesi e oltre a raccontare questi uomini compravano oggetti, vendevano unguenti, guarivano da piccoli e grandi mali.
Oppure erano leggende che si ascoltavano al calore della stalla, riscaldati da mucche compiacenti, nelle sere d’inverno, alla luce di un’unica lampada. Tratte dal racconto orale dei nonni, dei vecchi di paese e di borgata, le storie dello spettacolo sono il frutto di un lavoro di ricerca e di raccolta di memoria popolare durato più di dieci anni sul territorio delle valli alpine del cuneese.
Attraverso l’utilizzo di oggetti e di figure di memoria contadina prendono vita personaggi misteriosi Candy, il fantasma di neve; Cavalàs, indomabile e furioso cavallo selvaggio; Louv Ravàs, l’uomo-lupo; Barbabiciu cutela, l’orco divoratore di bambini; i canett, le anime dei morti trasformate in cani; il Servan, folletto invisibile e dispettoso; la terribile Sabroto la Longo, la masca, la strega, per eccellenza e non può mancare il Diavolo, disposto persino a segare in due una montagna, pur di conquistarsi un’anima da dannare. Lo spettacolo utilizza oggetti ed attrezzi di memoria contadina che nelle mani dell’attore si trasformano via via nei personaggi dei racconti.