con Marcelo Sola
scenografia di Giuseppe Luzzi
ambienti sonori di Dario Andreoli
voce del vecchio sciamano di Daniele Squassina
voce di Thor Heyerdahl di David Shushan
musiche composte ed eseguite dal vivo da Marcelo Sola
aiuto regia di Silvia Quarantini
drammaturgia e regia di Angelo Facchetti
“Kon-Tiki” vuol dire letteralmente “Dio Sole”. Kon-Tiki è il nome della zattera costruita nella primavera del 1947 dall’esploratore norvegese Thor Heyerdahl, che partì dalle coste del Perù deciso a raggiungere via mare le isole della Polinesia Francese. Senza remi, senza motore, sfruttando solo la corrente marina, i venti alisei e la buona sorte: 101 giorni in mare aperto assieme a un pappagallo e cinque compagni di viaggio che non avevano mai navigato prima di allora.Thor partì per dimostrare che 1.000 anni prima lo stesso viaggio poteva essere stato intrapreso da un popolo primitivo in fuga dagli Inca. Per dimostrare che gli indigeni del Sudamerica riuscirono ad attraversare il Pacifico 500 anni prima di Magellano. Per dimostrare che da sempre l’uomo affronta il mare aperto, per sete di conoscenza o mosso dalla speranza di una vita migliore. Con questa nuova produzione il Teatro Telaio intende affrontare una tematica strettamente d’attualità attraverso una storia realmente accaduta. Il viaggio inteso non solo come spostamento ma come scoperta, ricerca, fuga. La migrazione intesa non solo come emergenza ma come carattere distintivo di ogni civiltà fin dagli albori dell’umanità.
La decisione di coinvolgere nel progetto Marcelo Sola è stata la chiave di volta dello spettacolo. La scommessa è stata non appoggiarsi ad un narratore o ad un attore professionista, ma puntare su un vero professore di fisica e matematica che, forte di oltre venti anni di insegnamento presso l’università di San Paolo in Brasile, ha potuto costruire su di sé il personaggio dandogli una spontaneità ed una verità altrimenti impensabili. La scelta di Marcelo ha anche un significato più profondo: egli stesso è figlio di immigrati, essendo suo nonno nato in Italia e migrato dalla Calabria di inizio ‘900 verso il Brasile, in cerca di fortuna. Cento anni dopo, Marcelo ha compiuto il viaggio inverso, decidendo di abbandonare il Brasile e attraversando nuovamente l’Oceano Atlantico per tornare in Italia e qui intraprendere una nuova vita ed una nuova professione entrando a far parte del gruppo di lavoro del Teatro Telaio.