Migranti è un laboratorio teatrale integrato che si rivolge all’area del disagio psichico, fisico e sociale. Nato nel 1999 per iniziativa di Alessandro Mascia, attore e regista del cada die teatro, coinvolgeva inizialmente alcuni piccoli comuni dell’hinterland cagliaritano e aveva come scopo la messa in campo dello strumento teatro come mezzo di prevenzione e diffusione culturale nelle cosiddette aree a rischio. Con il passare degli anni, ha consolidato sempre più la sua attività nell’area più ampia del disagio. Migranti si sviluppa dall’incontro di anime cosiddette diversabili con i presunti normali che, diretti da Alessandro Mascia e Mario Madeddu e successivamente anche da Alessandro Lay e Mauro Mereu, hanno dato vita a Cagliari ad un laboratorio permanente, che dal 2003 è ospitato nella Scuola di Arti Sceniche La Vetreria di Pirri dove opera la compagnia, ma dal 2008 è anche ‘migrato’: prima in Ogliastra, in collaborazione con la ASL di Lanusei, a Jerzu e Lanusei, e dal 2009, con il sostegno della ASL di Oristano, è approdato ad Ales, Bosa, Ghilarza e Oristano.
Le tappe più significative
Dall’esperienza Migranti sono nati gli spettacoli Migranti, popolo in cammino (2000), Echi lontani (2001), Pronto Soccorso-Ospedali riuniti (2003), Dedicato a Gigi (2005), Con tutto l’amore che posso (2007).
Il progetto è stato anche occasione di importanti momenti d’incontro e confronto pubblico: dal convegno nazionale sul tema “Teatro e marginalità” tenutosi a Lanusei nel 2002 all’incontro internazionale “Migranti, la ricchezza delle differenze” svoltosi a Cagliari nel 2004, patrocinato dal Ministero della Salute. Ciò ha dato visibilità anche nazionale al progetto e gli spettacoli prodotti sono stati ospitati in diverse rassegne di ‘teatro e diversità ‘: in Umbria (Cartoceto), in Emilia Romagna (Dozza) e in Sicilia (Catania). La RAI gli ha dedicato uno speciale in “Un giorno per caso”, trasmissione della rete 3 andata in onda nel luglio 2005 e replicata tutt’ora nei canali tematici satellitari.
I destinatari
Migranti opera per favorire l’accesso a tutti ed in particolare alle persone più vulnerabili, fornendo percorsi inclusivi di socializzazione e auto-rappresentazione. Attraverso la realizzazione di un percorso articolato ed organico di esperienze laboratoriali che fanno interagire il teatro e le arti espressive ad esso collegate (musica, danza, scenografia, costumi e scrittura scenica) si forniscono occasioni di confronto nel gruppo e la valorizzazione delle capacità espressive individuali di ognuno.
Metodologia di lavoro
Il progetto si basa sull’integrazione di differenti modalità espressive in piena collaborazione creativa; mediamente in un gruppo composto al 60% da diversamente abili, corrisponde un altro 40% composto da persone cosiddette normali e si lavora sui limiti di ciascun partecipante e sugli sforzi che ognuno deve compiere quotidianamente per comunicare. Gli esercizi proposti che rappresentano, per qualsiasi attore o operatore, il primo approccio di alfabetizzazione teatrale, hanno il duplice compito di creare un itinerario con persone diverse che partono tutte con obiettivi e limiti comuni. La drammaturgia degli spettacoli prodotti permette ad ognuno di far proprie le storie degli altri, di riconoscersi e di apprendere da questa visione speculare ed a volte simmetrica. Si lavora sul corpo, anche quello meno disposto alle dinamiche, sulle voci, anche le meno “belle” e sulla parola anche quando sono presenti oggettive difficoltà organico – motorie. Tutte le tecniche teatrali utilizzate mirano a far prendere coscienza e a scoprire voci e sentimenti, a farli saltare fuori, senza pregiudizi né paure.
Le finalità
Il fine non è tanto creare una professionalità, quanto un’occasione di essere autori, creatori e realizzatori di percorsi espressivi che portano al superamento delle barriere sociali rappresentate dalle differenze. Il progetto lavora per percorsi individuali e di gruppo. Le regole della pratica espressiva, artistica, sono le stesse del vivere sociale, con l’unica differenza che l’espressione creativa dona altre possibilità che inevitabilmente influenzano e in alcuni casi cambiano la vita dei partecipanti. Gli obiettivi perseguiti sono:
– la consapevole capacità di collaborazione espressiva
– il senso di appartenenza e adesione al gruppo di lavoro
– l’autonoma possibilità di auto rappresentarsi, in quanto possibilità di essere “attore” cosciente, padrone delle proprie capacità espressive e non strumento di auto analisi
– consapevole condivisione di un percorso creativo collettivo, costruito insieme e insieme rappresentato, che sviluppi la capacità di collaborazione e scambio
– affermare concretamente e radicalizzare il concetto che la diversità, la propria diversità, può essere presa a modello di vita, come un silenzioso messaggio che la realtà può essere affrontata con poesia e leggerezza
– realizzazione di un momento di ‘visibilità’ teatrale, attraverso una dimostrazione finale (saggio o dimostrazione di lavoro), aperta al pubblico, di verifica del risultato del percorso teatrale compiuto durante i mesi di laboratorio. Non vi è, né vi può essere, tra le finalità del progetto quella terapeutica ma sicuramente, a detta dei partecipanti, degli operatori, dei familiari e degli utenti che negli anni sono stati coinvolti, il laboratorio Migranti favorisce il miglioramento della vita di chi vi partecipa. Partendo da una platea di partecipanti con problemi psichici e/o fisici di ogni tipo, le cui giornate erano scandite non solo dal lento scorrere del tempo ma soprattutto dal ritmo con cui prendevano i medicinali, l’incontro teatrale settimanale si è trasformato in uno spartiacque, fra una vita vissuta da spettatori e la conquista di una vita vissuta attivamente.
SPETTACOLI