Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza
Il progetto “Per Aspera ad Astra”, promosso da Acri (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio) e sostenuto da 11 Fondazioni di origine bancaria, ha l’obiettivo di tracciare un percorso che mette insieme le migliori esperienze di teatro in carcere presenti in diversi contesti territoriali, li fa dialogare e diffonde l’approccio anche a beneficio di altri contesti e operatori.
Il progetto si articola in una serie di eventi formativi e di workshop realizzati all’interno degli Istituti di pena localizzati nei territori di competenza delle Fondazioni partecipanti, rivolti a operatori artistici, operatori sociali e detenuti. Per quest’ultimi i corsi di formazione professionale rappresentano un ponte concreto verso nuove opportunità lavorative.
Il partenariato vede il capofila Compagnia della Fortezza/Carte Blanche – Casa di Reclusione di Volterra in rete con Opera Liquida/Casa di Reclusione di Milano Opera, Teatro e Società/Casa Circondariale di Torino, Associazione Baccanica/Casa Circondariale di Palermo Pagliarelli, Compagnia Gli Scarti/Casa Circondariale di La Spezia, Teatro dell’Argine/Casa Circondariale di Bologna Dozza, Teatro Stabile dell’Umbria/Casa Circondariale di Perugia Capanne, Cada Die Teatro/Casa Circondariale di Cagliari Uta, Teatro del Lemming/Casa Circondariale di Rovigo, Teatro dei Venti/Casa Circondariale di Modena e Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia, Voci Erranti onlus/Casa di Reclusione di Saluzzo (CN) e Teatro Necessario/Casa Circondariale di Genova Marassi.Il progetto portato avanti dalla nostra compagnia è diretto da Alessandro Mascia e Pierpaolo Piludu e si sta svolgendo presso la Casa Circondariale E. Scalas – Uta (CA)
Presupposto di tutto ciò è l’idea che, benché i detenuti debbano scontare una pena, ciononostante rimangono sempre, a pena scontata, cittadini che hanno il diritto di reinserirsi a pieno titolo nella vita civile. Alla luce delle precedenti positive esperienze teatrali portate avanti dalla nostra compagnia negli anni passati, in particolare a Cagliari, nel carcere di Buoncammino, la Fondazione Sardegna, a giugno del 2019, ci ha chiesto di entrare a far parte della rete nazionale “Per aspera ad astra” che dall’anno precedente stava operando in differenti strutture carcerarie italiane. Abbiamo accolto l’invito con grande piacere e, prima ancora di dar vita al nostro progetto in Sardegna, siamo riusciti ad inserirci e a condividere le fasi finali del laboratorio teatrale che Carte Blanche e la Compagnia della Fortezza, capofila dell’iniziativa, avevano iniziato diversi mesi prima coi detenuti del carcere di Volterra: abbiamo partecipato a una “cabina di regia” e a una master class con registi e attori di tutte le compagnie della rete “Per aspera ad astra”, nel carcere di Volterra, per seguire le prove generali dello spettacolo “Naturae-Ouverture” che ha debuttato il 30 luglio. Per quanto riguarda lo specifico progetto che la nostra compagnia avrebbe dovuto curare in Sardegna, a settembre abbiamo organizzato un incontro esplorativo nella Casa circondariale “E. Scalas” di Uta, ad una trentina di chilometri da Cagliari, col direttore del carcere, i responsabili degli educatori e degli agenti della Polizia penitenziaria, il dirigente e i docenti dell’istituto Cpia 1 Karalis (Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti di Cagliari) da anni responsabili dei corsi scolastici per i detenuti. Le precedenti esperienze lavorative della nostra compagnia in ambito carcerario e scolastico, con gli attuali responsabili delle strutture educative della Casa Circondariale e con il dirigente e i docenti della Scuola, hanno favorito, da subito, la nascita di un clima di fiducia e collaborazione. È stata sottolineata da tutti la grande opportunità che il progetto “Per Aspera ad Astra” metteva in campo per la realtà carceraria di Uta: in primo luogo l’importanza di entrare a far parte di una rete nazionale insieme a compagnie riconosciute come eccellenze per il valore dei percorsi formativi e teatrali portati avanti da decenni in diverse carceri italiane; in secondo luogo, l’opportunità di dar vita, nel carcere di Uta, a un progetto educativo e creativo a lungo termine, che avrebbe dovuto coinvolgere, nel rapporto coi detenuti, tutte le professionalità che già operavano nella Casa Circondariale. Per la nostra compagnia, inoltre, la condivisione del progetto con il corpo docente e la dirigenza dell’istituto scolastico CPIA 1 Karalis, ha aperto le porte a una nuova forma di collaborazione che nel corso del laboratorio si è rivelata particolarmente preziosa.
Tutte le nostre idee progettuali si sono sviluppate e trasformate tenendo conto delle specifiche problematiche di cui siamo venuti a conoscenza e delle iniziative già in corso. Nonostante i tempi ristretti che avevamo a disposizione per far iniziare i laboratori, ad ottobre siamo riusciti a incontrare i detenuti di Uta e a mettere le basi per una collaborazione continuativa tra la nostra cooperativa e la Casa Circondariale.
Abbiamo subito verificato che, anche a Uta, come in ogni realtà carceraria italiana, tutte le attività, comprese quelle ordinarie, comportano problematiche e necessitano di tempi amplificati rispetto a un contesto “normale”. Nonostante la nostra iniziativa rientrasse ovviamente nell’ambito dei “contesti straordinari”, è stata accolta dal personale del carcere con attenzione e disponibilità.
La struttura penitenziaria di Uta ha grandi difficoltà interne soprattutto per il numero del personale, (sia agenti che educatori), sottostimato rispetto ai detenuti presenti. Da parte nostra, pur necessitando di un gran numero di ore e di differenti spazi per poter sviluppare interamente il progetto in tutte le sue articolazioni, abbiamo operato affinché la nostra presenza non obbligasse gli agenti e gli educatori che operano nel carcere a ulteriori disagi e stress organizzativi.
Allo stesso tempo, la nostra attività non è mai stata ostacolata o limitata se non per normali situazioni organizzative e di gestione.
I docenti del CPIA 1, che spesso hanno fatto da tramite tra noi e gli agenti di Polizia penitenziaria, sono stati una risorsa fondamentale. Altrettanto importante è stata la condivisione del progetto nella programmazione didattica della Scuola, dove i nostri laboratori teatrali hanno costituito parte integrante dei percorsi formativi attivati.
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