di e con Giancarlo Biffi
luci di Gianni Schirru
regia di Mauro Mou e Silvestro Ziccardi
Confuso, impaurito, tenta di rispondere a domande troppo grandi per lui, ed è proprio mentre lo sforzo diventa quasi ridicolo che i ricordi affiorano e ci portano nel suo viaggio. Stretti a lui partiamo e andiamo ad incontrare i suoi “matti di Dio”… Los locos del Calvario, i ragazzi di strada di Managua che ogni giorno, a strappi, morsi e sputi, cercano di prolungare ancora di qualche centimetro la propria corsa. “Il Calvario”, è il nome di una chiesa che sorge presso il Mercado Oriental di quella città, praticamente il loro rifugio. I niño de la calle, la chiesa del Calvario, il Mercado Oriental di Managua, Francisco e i suoi fratelli, Chiara e i suoi figli, vicende che si fanno storie, paure e angosce; desiderio d’amore, bisogno di amare. Ricordo i giorni a Managua stretto ai ragazzi lungo i viottoli del Mercado Oriental, ricordo le parole, gli odori, i colori; ricordo i miei pensieri di allora: “Se dovessi mettere in scena un San Francesco è da qui che avrebbe senso partire“. In quei visi vedevo “i poverelli di Assisi”, che scalzi e laceri continuavano imperterriti a mortificare una carne che del precedente splendore serbava ben poco. Nulla di ciò che viene narrato nel lavoro teatrale è frutto di fantasia, tutto è spietatamente reale. Quei ragazzi di cui parlo esistono, hanno gli stessi nomi, gli stessi volti, la medesima gioia e l’identica disperazione raccontata, così come sono vicende realmente accadute quelle che si dipanano nello scorrere delle parole. Francisco, Chiara, i suoi compagni esistono “non visti”, “non voluti” nelle stradine del Mercado Oriental, io li ho incontrati e non posso non parlarne. Sono obbligato a farlo.
Giancarlo Biffi